Non era un marinaio
Foreste di foglie semplici, fatte di venature sbiadite, confini stropicciati e sporcizia, di quella che puzza anche per gli occhi. Unghia finte impigliate alle palpebre, impagliate alla bocca, radici marce, alito che canta di sirene. Non era un marinaio ma era il vento, le correnti, l’abisso, e l’orizzonte intero. Teneva la cima in mano come fosse un filo di cotone, aveva grandi mani e forti, aveva il mondo addosso, le sue sponde, le sue lingue. In uno spazio immemore c’era più sangue che al macello, e lo conteneva tutto anche quello che poteva servire agli altri. In grandi anfore verdi, destinate a straripare. Un tuono un’onda una scheggia di cielo ne creparono il volto, chiese aiuto per issare le vele, prese il largo, e non lo videro mai più tornare. Non prendere alla leggera il male che fai, pensando che non ti tocchi. Una brocca si riempie d’acqua che cade goccia a goccia. Non prendere alla leggera il bene che fai, pensando che non ti tocchi. Una brocca si riempie d’acqua che cade ...