Lascia che niente

Tocca sfiorando il fondo che diventa aureo nei battiti

Che se li guardi dentro bagnano le sponde degli organi più reconditi del tuo sentire

Che se li guardi fuori si ritraggono come i granchi nei buchi della sabbia

Che se li guardi forte rispondono come i fuochi d’artificio a ferragosto e allo stesso modo evaporano

Che se non li guardi proprio si sciolgono come le sigarette nei posaceneri e fanno puzza

Mangia come le labbra disinibite fanno con un sugo buono

Mordi come vicino all’osso il gusto più succulento della carne anche quando il grasso diventa croccante

Graffia cercando vongole sulla battigia

Lascia che manchino il respiro, i battiti, gli sguardi, i denti, le unghie

Ma che nulla sia stato lasciato


E se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali.” - Alda Merini


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