Senza preghiere
Al timone di uno specchio, guardo dentro, è addosso, abbaglio e spengo. Ci sono il lobo che sanguina di saliva, una spalla tesa e uno scoiattolo che nuota.
Appoggio i piedi uno alla volta e poi tutti insieme, e poi uno a metà, che esita a lasciar lo spazio ai gomiti.
Senza polvere che fa allergia, senza odori che fan nostalgia.
C’era un campo molto arido a confinarne le marce, aveva gialli di sfumature focose, ombre e pezzi di pane, come se non fosse mai bastato.
In un chilometro a piedi potevi calpestare anche le sue molecole senza sentirne fiato, senza grida, senza preghiere.
Un inno al silenzio, che quando fa rumore, tace.
“Si deve avere un amico invisibile a cui parlare nelle ore silenziose della notte e durante le passeggiate nei parchi.” Khalil Gibran