Partenze mai finite

Hai baciato con la lingua l’oceano Indiano, e ti ha soffiato sulla schiena con i suoi monsoni.

Hai lasciato che il sale ti disegnasse la pelle, come una mappa segreta per tornare a casa.

Hai bevuto il sole fino all’ultima goccia, e lui ti ha insegnato che la luce non si chiede, si prende.

E mentre le onde ti trascinavano altrove, hai capito che certi ritorni hanno il sapore di partenze mai finite.

Hai affondato i piedi nella sabbia bollente fino a sentirla respirare con te.

Hai ascoltato le conchiglie raccontare storie di viaggi che non farai mai, ma che ti appartengono lo stesso.

Hai imparato che il mare non promette nulla: restituisce solo ciò che non puoi più perdere.


Scavalca il confine della pelle, lascia che l’acqua ti entri negli occhi e li faccia diventare marea.

Cammina sul filo invisibile tra due onde e non chiedere dove porta.

Accarezza il buio sotto la superficie, scoprine il volto, dagli un nome che non dirai a nessuno.

Sputa il sale come fosse verità, e bevilo di nuovo.
Sfidalo a tenerti, sfidalo a lasciarti.

E quando non saprai più distinguere il tuo respiro dal suo, ricorda:
non è il mare a trattenerti. Sei tu.

E ora,
vai dove non riesci a vederti.
Tocca ciò che ti spaventa.

Non tornare uguale.






“Il mare non trattiene, insegna a lasciarsi andare. E ogni volta che ti perdi, scopri che era lì per restituirti a te stessa.” - A.M.

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