Campiture
Quadri negli occhi che colano fino a sotto l’equatore.
Mutevoli e intatti, negli anni, nelle stagioni.
Restano lì, nel bianco, a scorrere.
Linee, angoli, campiture.
Non si fermano.
Sono fitti i pensieri, senza ordine e senza fretta.
Morbida è la bocca, annaffiata di saliva, vino e risa.
A tratti si apre appena, come per tenere qualcosa dentro.
Gli occhi si spostano, si distraggono,
poi tornano. Si segnano tra le sopracciglia che spingono
senza intenzione, solo per inseguire un tono, una variazione,
un gesto piccolo sul bordo.
Nulla è fisso. Ma si lascia attaccare.
Sfumano, si sporcano, si lavano senza sapone.
Come se bastasse stare fermi per diventare leggeri.
“Tutto ciò che è profondo ama la maschera.” - Friedrich Nietzsche