Moto perpetuo di un tessuto liquido che al primo sorso si veste di gusto ed euforia. Risplende fatuo in un instante, ed è presto affanno sudato, volo pindarico, sconfinata pelle invasa di oche. Ci sono viaggi che ti ingoiano, e viaggi che ti sputano fuori, che ti spuntano fiori, che ti lasciano fori, che ti cuciono fari negli occhi. Alzò la mano al bancone per ordinare un gin tonic, gli portarono cenere per commiserarne il capo, così si alzò e si sedette a tavola, ordinò un gelato, gli portarono un fallo e lo mandarono fuori. C’è forse più virtù nel non parlare, ma alle volte serve tempo al tempo di non guardare. In una sera qualunque senza vuoto e senza scafo, aveva fissato il cerchio di un termosifone e lo aveva condannato. La natura che cambia, il pavimento umido del suo sesso, l’odore di candeggina, i gomitoli di sudore e le labbra stanche. Erano l’equinozio, l’equilibrio, l’equivoco. Era tutto fuori, che gli girava dentro. “Il tempo è il mezzo di cui la natura dispone per impedir
Oggi va così. Avere un foglio bianco davanti a sé e non avere nulla in agenda. Non c’è un orologio, non ci sono urgenze da gestire, decisioni da prendere, persone a cui dare supporto offrendo punti di vista e spunti affinché crescano professionalmente, appoggio, ascolto attivo. Nessun riempimento. Il tempo senza secondi. Avere un foglio bianco davanti a me ha quasi sempre avuto una finalità ben precisa: comunicare qualcosa a qualcuno. Professionalmente con il tempo ho appreso l’importanza del contenuto di un’e-mail. Dall’incipit, che può assumere forme e modalità personali, purché apra il palcoscenico in modo gentile, alla richiesta, chiara e specifica, che includa il contesto dal quale arriva, e che sia assertiva, per poi concludere con un’italianissimo “Ciao” - virgola, a capo - “Stefi”. Ho imparato la chiusa dal vecchio Chief Marketing Officer di Acer. Lui era tedesco, e mi affascinava il fatto che chiudesse così le sue e-mail. Aveva sapore di sicurezza e cordialità, quasi informal
Acini acidi, acini dolci. Acini duri, acini sciolti. Linee suonate da sinuosi spartiti gocciolano sui timpani accaldati ed evaporano di qualche grado. Crepe e fessure allagate in attesa del vento si crogiolano fissando se stesse e contano i granelli di pietra. Pelle scoperta ancora insicura aria viscosa frastornanti tramonti. In bocca tace In corpo freme. Come un feroce felino costretto a pochi metri Come la scia dell’aeroplano L’eclissi I capelli raccolti.