Un pezzo di uno specchio

C’è un sorriso in uno sfioro, che fa del mondo un posto sicuro, qualche volta il turbamento ci porta via da quel momento che beviamo dalle dita con orgoglio e sempre in salita.

Certe donne son distratte, girano intorno a sé e le chiamano matte. Ma i matti, quelli veri, non sanno fare l’amore sinceri.

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Un giorno la guardò con occhi diversi, la vide, e la guardò. Con imbarazzo le porse un pezzo di uno specchio e pensò “chissà se lo userà per specchiarsi, o se come prima reazione mi chiederà se porti sfiga”. 

Lei in quel momento stava nel suo universo, disinibito e assorto, era il suo compleanno e le importavano solo le amiche, le bollicine e a tratti concentrata a spostarsi il pizzo dell’intimo che le prudeva. 

“Scusa, non ho capito, cosa vuoi?”.

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Gola stomaco e farfalle che fanno a pugni per chiudere le falle. Proiezione di ombre cinesi sul muro con gli arti molli e pesi. Di un tramonto soffocato ho visto l’impotente condannato.

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“Ciao, no, scusami tu, pensavo fossi un’altra.”

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