/stro·pic·cià·ti/
Sono i giorni di vento, che sbatte di sbieco sugli occhiali da sole e fa infiammare gli occhi.
Le onde dell’oceano, quando le correnti si scontrano impetuose e si mischiano e si fondono al di sotto della superficie schiumosa.
Sono i viventi appena svegli, quando calibrano la luce e si abituano a guardare fuori dal sé, ad accogliere gli stimoli, appena rientrati da un viaggio nel subconscio.
I cuori affamati di emozioni, che si rendono vulnerabili a chi li scruta, come se fossero immortali, dimenticandosi di sconforti passati, immemori,
Stropicciati.
“Perché è così che la gente vive
Perché è questo che la gente fa
Perché è così che ci si inseguePer un morso di immortalità”