proiezioni

un cesto di arance sul tavolo
potrei farci un insalata
o mangiarle a colazione
una al giorno
tagliata a spicchi
ma senza togliere la buccia così posso morderla con le mani sporche

era una persona fondalmentalmente stanca
ma piena di vita
di quella vita che si protegge dal pensiero di poter diventare stanca
un giorno
eppure
a tratti mollava il colpo
e trovava appiglio nel pensiero che non c'è
come un peter pan dei giorni nostri

un sabato qualunque uscì per fare caso al mondo
e si accorse che il mondo non era lì

bastano due cuffie
un paio di pensieri
una felpa
e la giornata si proietta dentro
e non c'è il sole
e non ci sono i profumi dell'erba secca di città
e non ci sono gli altri cacciatori di mondo

basta poco
per escludere

includere richiede molte più sinapsi

e così
mollemente
passano le lune
i bicchieri
passano le cose grandi
e quelle piccole neanche sembrano mai esistite

un signore con la barba lunga
chinato a raccogliere immondizie
forse non ha mai avuto occasione di pensare




alle cuffie.

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Entrare

Senza chiedere permesso, senza senno del come creare l’abitudine, senza sapere con certezza quale sia quella più vicina. Novità, curiosità, accoglienza. Calpestare linee nuove, o schivarle, o incastrarci la misura del piede, a terra e negli orizzonti. Nuove curve al mattino per raggiungere il caffè, nuove tonalità di voce per superare le pareti. Intimo spazio che annuisce e osserva senza giudizio alcuno, ginocchia piegate a un sudore che sa di primavera, di olfatto, e di pergole pregne di un lungo inverno. Benvenuta in questa vita, nuovità . 
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Sbattuto in faccia

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