Epifanie
I livelli di complessità sono sempre meno rumorosi, con gli anni
Ci accorgiamo che la pasta è cotta al dente, ancor prima di assaggiarla
Ci avviciniamo alla caffettiera, il minuto prima che borbotti
Usciamo con la patente nel portafogli, se dobbiamo guidare
Abili lettori di praticità
Non sempre, però, la nostra mente è lucida
E allora la pasta è scotta. O cruda.
E la caffettiera straborda.
E prendiamo una multa.
Nelle piccole cose, qualcosa va storto, qualcosa ci distrae.
Nelle cose più immateriali, avviene lo stesso.
Mi diverte pensare che sia tutto riconducibile ai massimi sistemi, anche quando succhiando uno spaghetto mi macchio la camicia nuova. O quando interpreto male un paragrafo, perchè non ho notato una negazione, o una virgola, o per pigrizia non ho letto una descrizione.
Dilatando il tempo, diventiamo padroni del razionale, e di ciò che razionale non è.
Leggevo stamattina, per caso, una citazione: "Non pensare di essere sulla strada giusta solamente perché è un sentiero ben battuto", la fonte è anonima.
Novembre, la stagione della perdita, del distacco, della trasformazione, della morte funzionale alla vita, dell'aria aspra, delle mani infreddolite, dell'attesa, del pellegrinaggio emotivo, delle candele accese anche quando non si aspettano ospiti.
Epifanie.
Che sventrano lo stomaco e lo farciscono di realtà improvvise. Meditazione.
I livelli di complessità sono sempre meno rumorosi, con gli anni
Perchè con gli anni, impariamo e ripassiamo i linguaggi delle stagioni, e con le stagioni impariamo e ripassiamo noi stessi, e tutto il mondo fuori, all'infinito.
Abili lettori di praticità
A tratti, distratti
Diceva un foglio bianco come la neve: “Sono stato creato puro, e voglio rimanere così per sempre. Preferirei essere bruciato e finire in cenere che essere preda delle tenebre e venir toccato da ciò che è impuro”. Una boccetta di inchiostro sentì ciò che il foglio diceva, e rise nel suo cuore scuro, ma non osò mai avvicinarsi. Sentirono le matite multicolori, ma anch’esse non gli si accostarono mai. E il foglio bianco come la neve rimase puro e casto per sempre - puro e casto - ma vuoto. (Khalil Gibrian)