fuoco.
laboriosamente impegnato a far quadrare il tempo e ad occuparne ogni centimetro, a coprirne la superficie irregolare come l'acqua si modella e ricopre qualsiasi superficie, il destino di ciascuno si spiega giorno per giorno: più o meno evidente, più o meno narrativo, più o meno colorato.
così si racconta uno spirito inquieto che non si ferma davanti ad alcun cedimento fisico che non si accontenta di nessuna gioia che non accetta nessun errore che si misura con vuoti e bicchieri pieni.
forse un attimo prima c'era il silenzio e un attimo dopo il silenzio è divorato dalla fame di una tensione emotiva irrisolta indomita ignota.
non è.
cos'è.
com'è.
naufraga il verbo, trascinando con sè soggetto e complemento.
appicco un incendio.ci butto dentro quello che ne rimane.
"Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa."
(Inferno, Canto III, verso 51)
così si racconta uno spirito inquieto che non si ferma davanti ad alcun cedimento fisico che non si accontenta di nessuna gioia che non accetta nessun errore che si misura con vuoti e bicchieri pieni.
forse un attimo prima c'era il silenzio e un attimo dopo il silenzio è divorato dalla fame di una tensione emotiva irrisolta indomita ignota.
non è.
cos'è.
com'è.
naufraga il verbo, trascinando con sè soggetto e complemento.
appicco un incendio.ci butto dentro quello che ne rimane.
"Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa."
(Inferno, Canto III, verso 51)