diciamo così

diciamo così, dai, a tu per tu. a me per me. a te per te.
diciamo che ho smesso di credere a qualsiasi cosa, e che se anche in parte me ne pento, in parte no.
diciamo che se prima era lo specchio dei miei desideri a comandare, oggi non è così.
il telecomando l'ho gettato, lontano, lontano da chi sta al di là da me.
diciamo che oggi l'egoismo regna sovrano, e che è un egoismo sano, di quelli che urlano "vivi e lascia vivere".
diciamo così. che oggi il valore più grande ce l'hanno la complicità e la serenità.
diciamolo, anzi, scriviamolo così manent.
tutto quello che apparentemente mira al vuoto, in verità è un serbatoio d'ispirazione di tensione emotiva di astrazione e va ad arricchire la massa poetica dell'animo più nobile e meno carnale.
diciamo così, via. che sarebbe un peccato.

non credo ai grossi cambiamenti nei lineamenti del carattere, ma credo nella fluidità degli approcci verso il sè. credo nell'evoluzione e credo che non sia sinonimo di progresso, bensì di adattamento alla contingenza degli eventi.

non credo di dover sempre una spiegazione convincente ed esaustiva, non a parole.
credo ai fatti. credo agli sviluppi. credo più al domani che all'oggi. perchè aimè si ragiona (perlopiù) con il senno di poi, e allora mi adeguo.

credo che nel lungo termine, le mie ragioni, avranno la meglio.
credo che per questa lucidità. e per questi pensieri. e per queste attenzioni. il lungo periodo mi sorriderà complice.
e allora saranno i dettagli dimenticati a tornare.
saranno gli "ah, ma allora..."
sarà la pancia
sarà la razionalità
sarà il nuovo orizzonte
e saranno i fatti

e allora sorriderò piano, in silenzio benevolo, come questa sera in cui guardo scorrere una vita infantile, e mi astraggo come demiurgo lontano consapevole dei giochi del destino e delle passioni e dei limiti e dei terribili spiriti che tormentano il sonno degli animi confusi

andrà tutto bene, e domani, ne sorriderai.

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