collassi emotivi

Tanti paesaggi dipinti dagli occhi dell'immaginazione
Paesaggi di vita, di esperienza, di crescita

Come se il tempo dell'adolescenza ci volesse preparare ai possibili scenari futuri attraverso la vita degli altri
Adolescenza capace di giudicare a digiuno, giocare alla persona saggia, vedere le cose da dietro un vetro

Oggi come allora mi sforzo di essere cinica, autoironica, realista
Ma affogo in paesaggi che attraverso, primi tra i tanti che verranno
E non c'è approccio teorico in nessuna emozione che scardino

Non c'è alcun manuale
Non è sufficiente rievocare fredde sentenze dall'antico mulino

A ciascuna azione corrisponde una reazione del mondo, di forza uguale e contraria
Una risposta del caso e della vita ad ogni gesto, direzione, scelta
Ad ogni cosa dimenticata
Ad ogni ritardo
Ad ogni persona lontana

Il pensiero ha la forza di ricollegare tutto fino a spingerti a quel collasso emotivo in cui trovi il tuo corpo immerso nella vita, nei giorni, negli anni, immerso nei tuoi e in quelli degli altri
Un impercettibile mappamondo di sensi

Senza bene capire perchè ad oggi non si riesca a definire la felicità
che pare essere scemata in nuovi cardini, anch'essa in balìa dell'eterno cambiamento

E non c'è pace nel cuore
E non c'è respiro sereno

Affanno confusione bisogno di scappare al mostro dell'autocritica
Paura di sbagliare nell'ignoranza delle percezioni

Groviglio spezzato da forbici violente ed impazienti

Senza una meta anche l'atleta più capace e preparato si sentirebbe confuso: come investire il fiato? Quale traiettoria mi porterà più rapidamente (o più comodamente) al posto giusto? Quale ratio guida le mie scelte?

Avevo una voce, un dono, e l'ho rifiutata per irrequietezza
Ho cancellato i miei punti di riferimento
Sparecchiato la tavola
E ho provato a ricomporla con le mie posate

Ma non sapendo la pietanza ora mi ritrovo a mangiare un minestrone con la forchetta e a tagliare il pane con il mestolo




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