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C.

Oggi voglio scrivere solo a te e solo per te. Voglio dirti scusa perché sono lontana da me stessa e quindi anche da te, voglio dirti che è mia priorità tornare e riempirti di attenzioni e di colori e di sorprese e di sorrisi e di leggerezza. Mi manca tutto quello che ho sempre dato per scontato di sentire e di fare perché il mondo si è ribaltato all’improvviso e ne ho perso la gravità. Voglio dirti scusa per non tenerti la mano saldamente e per prediligere il mio istinto distruttivo alla semplicità del nostro fare capriole sul divano. Voglio tornare a sentire le cicale negli angoli più remoti del mondo, a farti spazientire perché ti annoi a guardare fino alla fine un tramonto, o perché ti obbligo ad ascoltarmi parlare quando non ho niente di interessante da dire. Lottare amorevolmente con la tua vulnerabilità e non arrendermi davanti ad un sorriso mancato, alienata dall’incapacità di fecondarlo.  Nella tempesta, voglio tenere io l’ombrello più grande e più pesante, affinché nessuna g

Argini

Fiori sul fondo del mare con bocche giganti aggrovigliate e tese.  Ovattate le sponde e taglienti gli argini, sento freddo alle mani, continuo a nuotare. Lasciali ridere, lasciali andare. Se vuoi che il presente sia diverso dal passato, studia il passato . (Baruch Spinoza)

Saliva e buio

Forse in un secondo ci sta più di un’ora. Dipende da come lo guardi, dipende da come ti tocca e da come ti divora. La leggerezza unita dalla musica ci sveste tutti quanti. Atleti di scrollamento, di molleggio, e poi di canti. Secondi solo a se stessi si accavallano i sensi e cercano tregua nell’autocompiacimento che nulla invidia a niente di quel che pensi. Attimi di saliva e di buio illuminato, attimi di senso frantumato. Attimi di silenziosi sussulti che portano in vita pensieri disgiunti. Lo guardarono dall’occhiello della porta e lo denigrarono per la sua verve ormai morta, soffocata dallo stesso pregio che lo aveva spodestato del suo privilegio. Quanto a fondo può scavare.  Quando affondo fa un po’ male. Ci son quei giorni in cui mordere il radio e il quinto metacarpo, mi fa sentire dio. “ Prima balla, poi pensa. È l'ordine naturale .” Samuel Beckett

Contesto

Vibra il timbro delle voci intorno, brusio indistinto, risa e accenti stranieri, frammenti di frasi compiute che restano appese a libera interpretazione. Amo sedermi ad osservare il contesto senza prenderne parte. Così come amo essere al centro del contesto, non ora però. Momento di raccolta e di ispirazioni, ci vuole il carburante per accelerare, ho parcheggiato al distributore, lì c’è tanto amore. Se vuoi essere amato, ama.   Seneca

Fattori esogeni

La prospettiva prende tempo per essere a fuoco, un passo dopo l’altro l’agognato obiettivo si avvicina sempre più nitidamente. Pensi di godere di quell’istante di gratificazione ma c’è subito una nuova sagoma più lontana da andare a prendere. La prospettiva a volte viene rasa al suolo da un momento all’altro, e quella sagoma diventa un mostro da cui scappare, una grande ombra da cui non farsi inghiottire. Pagine future strappate cancellate bruciate. Con l’onere di riportare la mente su un cammino retto, di darle gli argini su cui fluire limpida. È indomabile gran parte del sistema esogeno, che scalfisce l’intima fragilità di un cuore esposto al mondo, che elargisce luce senza chiedere nulla, che mai si aspetta di venir tradito. A volte in bene, a volte in male. Che cosa vuoi che impari? Che cosa vuoi che disimpari? Bianco e nero. Terra e cielo. “ Non puoi battere la persona che non si arrende mai. ” Babe Ruth  

Rum

Musica e rum con le mani in alto. I sorrisi intorno, gli sconosciuti con le pupille di cobalto.  Attimi di svago per chi è felice per chi non lo è ma lo diventa, per chi lo fa per sé, per chi si crede un mago. Vorrei che i miei figli sapessero a menadito la felicità, che sapessero contarla perché passa un minuto e non c’è già. La riconosci poi in piccole cose. E la conservi come un tesoro prezioso che come tutte le rose ha le spine. A volte le parole non bastano.  E allora servono i colori.  E le forme.  E le note.  E le emozioni. Alessandro Baricco

Scacco al re

Terra di eroi, cielo agli dei  Si fanno affanno con fango e feci  Affondano innaffiano soffiano affiorano Scacco al re  Alfiere in protezione Assordante assoluta passiva passione Abissi di sassi che collassano sul proprio sesso Terra di dei, cielo agli eroi “ Il gioco degli scacchi è lo sport più violento che esista. ” G. K. Kasparov

I capelli degli alberi

Schiaffoni di vento da far perdere l’orientamento anche ai rumori delle strade. Silenzio, voglio ascoltare le sottane delle porte, i capelli degli alberi, le ombre sbattute dai tendoni. Soffi sibili qualche oggetto che stramazza a terra e sussulta, passanti pudici come ne La nascita di Venere, operai affaccendati come se niente fosse. Ho trascorso una manciata di mezz’ore a fissare la città dal balcone, a respirarla, ad osservarla, e ci ho trovato il mare. Non dimenticate che la terra si diletta a sentire i vostri piedi nudi e i venti desiderano intensamente giocare con i vostri capelli (Kahlil Gibran)  

Un due te

Un due te un due te. Danza di senno in mezzo a questo spicchio di immenso, in cui gravita un cerchio di fumo denso fatto di sfere immemori e senza un senso. Padrone parziale di una discussione acuta, si districa sommesso il sè senza pronunciarsi a fatti muta. È l’altro te che vive in me, che sono io che sfido il mio, voce perpetua ricucita a gorgoglio. Educazione primordiale al senso di colpa ed alla nostalgia, conosce solo quelle cose e non riesce a mandarle via. Se senti una voce dentro di te dire “non puoi dipingere”, allora dipingi con tutti i mezzi, e quella voce sarà messa a tacere . Vincent Van Gogh

Granelli di pietra

Acini acidi, acini dolci.  Acini duri, acini sciolti. Linee suonate da sinuosi spartiti gocciolano sui timpani accaldati ed evaporano di qualche grado. Crepe e fessure allagate in attesa del vento si crogiolano fissando se stesse e contano i granelli di pietra. Pelle scoperta ancora insicura  aria viscosa  frastornanti tramonti. In bocca tace In corpo freme. Come un feroce felino costretto a pochi metri Come la scia dell’aeroplano L’eclissi I capelli raccolti.